Il cigno e la piuma 

 

C’era una volta un cigno tutto bianco, nuotava solitario in mezzo ad un laghetto.

 

Si nutriva di alghe e piccoli pesciolini. Era maestoso, bello, e quel suo becco giallo

 

si muoveva soltanto per mangiare.

 

Anche il suo nuoto era silenzioso, approdava sulla riva, si guardava intorno,

 

vedeva anche altri cigni, muoveva le ali in cenno di saluto,

 

scambiava piccoli dialoghi con gli altri che erano sulla riva opposta.

 

Aveva pensato di metter su famiglia, così pensò di corteggiare qualche cignetta,

 

ma stavano sulla riva opposta del lago, così il cigno più di nuotare e fare evoluzioni con le ali non poteva.

 

La cignetta guardava, ascoltava, ma presto si annoiava di quel dialogo muto.

Un giorno il cigno nuotava lentamente, aveva sempre l’idea di trovare una compagna

 

per portarla aldilà della riva da dove si trovava.

 

Così nuotando elegantemente e silenzioso si imbatté in una lunga piuma,

 

era là accanto a lui che nuotava leggera, voleva approdare sulla riva, era stanca, non sapeva cosa fare. 

 

Prima era stata sulle ali di un cigno, poi il tempo l’aveva staccata dalla sua ala,

 

e così si ritrovò a galleggiare sul fiume, lontano dalle proprie piume.

 

Il cigno la vide, le nuotò intorno circospetto ed incominciò a sbattere le ali in un dialogo silenzioso.

 

La piuma ascoltava e guardava le sue evoluzioni,

 

sapeva che il cigno aveva un canto delizioso ma non riusciva a cantare,

 

diceva che il suo canto avveniva solo come preludio della sua morte.

La piuma cercò di dissuaderlo da quella idea, e lo incitava a cantare tranquillo .

 

Un giorno il cigno senza avvedersene iniziò il suo canto melodioso , e tutti lo ascoltavano estasiati.

 

La piuma ,per  tenergli compagnia incominciò a scrivere sull’acqua,

 

il cigno leggeva stupito le parole che si venivano a formare sulle acque limpide,

 

scuoteva le ali, accennava ad un sorriso,ed incominciò a tracciare  parole col becco sopra l’acqua limpida.

 

La piuma leggeva e beveva le sue frasi limpide e fresche come l’acqua del lago .

 

Lui raccontava di se,la piuma scriveva del mondo,del cielo,

 

dei fiori e delle farfalle che erano aldilà del lago.

 

lui ascoltava, e si innamorò di quella piuma dimenticando le cignette che stavano sulla riva opposta.

 

La piuma si sollevava dall’acqua e diceva al vento di portarla su, in alto,

 

di farle vedere il mare, l’oceano, le gazzelle che  correvano veloci ,

 

così quando il vento l’avrebbe riportata al lago lei avrebbe potuto raccontare al cigno ciò che aveva visto,

 

e descriveva tutto così bene che il cigno sentiva i rumori e gli odori.

Un giorno il cigno, mentre  piumetta era lontano da lui e correva sulle ali del vento

 

si accorse che le mancava, ma volendo apparire a se stesso più” cigno”

 

iniziò un’altra volta le evoluzioni  di corteggiamento con le cignette dell’altra riva.

 

La piuma dopo tanto volare, trasportata dal vento, stanca si mise accanto a lui

 

e con debole scrittura, gli raccontò di ciò che aveva visto.

 

Il cigno le chiese allora se voleva far parte delle sue ali,

 

la piumetta acconsentì, ma non appena si poggiava sull’ala, scivolava e finiva nel lago.

 

Il cigno intanto divideva il suo tempo fra la piumetta e le cignette.

 

Un giorno la piuma per non lasciare il cigno solo giunse da lui con della colla fortissima,

 

e gli disse che così incollandosi alla sua ala non si sarebbe staccata più .

 

Lui fu felice dell’idea, e così cigno e piumetta nuotavano insieme.

Lei gli sussurrava tutto l’amore. Un giorno mentre piumetta dormiva nascosta sotto l’ala,

 

lui dimentico di tutto cominciò a svolazzare e chiamare silenzioso le cignette che stavano aldilà della riva.

 

Piumetta si svegliò, si stiracchiò felice di stare sull’ala del suo cigno amato,

 

ma all’improvviso si accorse che il cigno scriveva sull’acqua l’amore non per lei.

 

Piumetta si disperò, si arruffò e cercò di staccarsi da quell’ala che la stava facendo soffrire.

 

Lui le disse che era stato solo un gioco, ma piumetta voleva staccarsi

 

ed essere subito portata dal vento lontana da lui.

 

Chiamò il vento, che con furia la staccò dall’ala del cigno,

 

ma ben presto l’ala cominciò a sanguinare ed anche l’estremità della piuma  era piena di sangue,

 

il vento l’aveva strappata violentemente e la ferita non rimarginava.

 

Piumetta lo amava ancora e lui soffriva tanto per la sua mancanza.

Così lei chiamò il vento ancora una volta per essere portata nel suo lago accanto al cigno.

 

I giorni passavano, era primavera, solo di tanto in tanto qualche nube oscurava il cielo,

 

ma poi il sole continuava a splendere. Un giorno la piuma

 

mentre era sulle ali del vento e sorvolava il mare,

 

vide un castello di sabbia, e pensò felice che lo avrebbe raccontato al suo cigno.

 

Ma all’improvviso un’onda lambì quel castello e pian piano cominciò a “ sbriciolarsi”.

 

Quando tornò dal cigno gli raccontò di quel castello distrutto dalle onde,

 

ma lui impegnato nelle sue evoluzioni non comprese il dolore di piumetta che voleva farne la sua casa.

 

Lui cercò di consolarla ma lei così afflitta si rifugiò in silenzio sotto l’ala.

 

Il cigno allora si portò vicino ad una grotta del lago

 

e nascosta sotto il muschio e le ninfee c’era la sua dimora.

 

lucidò tutte le pietre, le pareti, raccolse tutte le foglie più belle che galleggiavano sull’acqua,

 

chiamo gli uccellini con il suo canto, affinché potessero intrecciare

 

una corona di fiori da mettere sopra l'uscio. 

 

Le farfalle accorsero in tante nell’udire il suo canto, si lui  cantava per la sua piuma ,

 

lei felice lo seguì in quella solida casetta, e da quel momento la piuma restò sempre incollata sulla sua ala ,

 

aveva ancora tante cose da raccontare al suo cigno , non si sarebbero lasciati mai più

 

 

chiarodiluna

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