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Il pianto degli angeli
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Nel cielo azzurro volava in alto sempre più in alto
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un ucccello dalle piume nere
con riflessi blu e verdi.
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Il petto era ricoperto di
piume bianche , era bellissimo.
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Al mattino presto scendeva in
picchiata sulla terra e
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andava a posarsi felice sopra i comignoli delle case
ed iniziava a cantare.
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Il suo aspetto era
maestoso , regale .
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Gli altri uccelli si
chiedevano da dove venisse .
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Lui cominciò a
raccontare di se con dolcezza
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piegando la testa di lato con
armonia |
Viveva nel cielo oltre
le nubi,la sua casa era fatta di nuvole bianche |
intrecciate con raggi di sole.
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Spesso gli angeli lo chiamavano per giocare con loro,
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allora lui volava più in alto
per raggiungerli , |
le piume ancora umide di brina splendevano di più ,
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il suo corpo sembrava
ricoperto da mille pagliuzze d'oro, |
così insieme agli angeli iniziava il suo volo.
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Volavano così velocemente che
sembravano delle uniche ali, |
i canti felici si udivano fino al paradiso,
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poi dopo tanto volare si fermavano
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stanchi sulla
luna che stava per tramontare .
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Dopo essersi riposato un poco
scendeva sulla terra , |
aspettava cantando il
risveglio degli uomini. |
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osservava tutto ciò che
accadeva , |
quando vedeva piangere un
bambino o un vecchietto |
si avvicinava a
loro, gli
volava intorno gli accarezzava il viso con le ali e |
portava via le loro
lacrime che conservava in un sacchetto |
invisibile sotto le piume del petto Così ad essi tornava il
sorriso,
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e lui a fine giornata avrebbe
portato a Dio |
tutte le lacrime che aveva
raccolto sulla terra per farle benedire. |
Ma un giorno , un triste giorno
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mentre se ne stava a cantare
felice su un comignolo |
fu afferrato da mani
forti, robuste. |
Certo chi lo aveva catturato
non voleva fargli del male, |
lo voleva tenere per se in una
gabbia affinché il suo canto fosse
solo suo . |
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Il povero uccello cercava di svincolarsi da quella forte presa ,
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ma alla fine dovette cedere alla forza di quelle mani,
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così fu messo in una
gabbia d'argento. |
L'uomo che lo aveva
catturato gli voleva bene |
non gli faceva mancare nulla ,
aveva cibo in quantità e acqua fresca. |
Ma non capiva che tenendolo così rinchiuso lo faceva soffrire .
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Al mattino non si sentì più il
suo canto, |
i bambini e vecchietti non furono più accarezzati con le sue ali
,
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gli altri uccelli lo chiamavano a squarciagola .
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Gli angeli non vedendolo più diventarono tristi.
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Lui quell'uccello dall'aspetto
regale e dagli occhi splendenti |
stava rinchiuso in una gabbia
che non gli consentiva di
volare. |
lui che era stato il padrone
del cielo,che si era tuffato dentro le nuvole , |
che si appollaiava sopra un
quarto di luna e cantava felice!! |
quanto dolore nel suo cuore ! |
aveva lasciato la sua vita
dietro quelle sbarre , |
tutto di lui esprimeva dolore. |
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La sua lunga coda gli si era
spezzata |
e qualche uccello vedendolo così
malconcio |
si andava a posare sulla
gabbia e gli raccontava quello che accadeva nel mondo . |
Un giorno scese sulla
terra un angelo |
per andare a parlare con
l'uomo che lo teneva prigioniero, |
ma l'uomo fu irremovibile, l'uccello ormai era suo, gli
voleva bene
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e presto si sarebbe abituato a stare in gabbia.
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L'angelo gli disse che
ciò che ci appartiene |
o che crediamo ci appartenga
non bisogna farlo soffrire, |
ma l' uomo lo cacciò via. |
l'angelo prima di volare in
cielo |
andò a visitare l'uccello
amico e compagno di giochi. |
I loro occhi si
riempirono di lacrime, |
l'angelo mise un dito dentro
le sbarre della gabbia |
per accarezzare l'amico , |
poi aprì le ali e volò
via con il cuore pieno di dolore. |
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Dio aveva visto tutto e
promise agli angeli |
che presto il loro compagno
sarebbe tornato da loro. |
Il mattino dopo quando l'uomo portò da mangiare all'uccello non lo trovò più, |
lui era ritornato a casa sua ,in cielo felice a volare in
alto |
sempre più in alto con gli
angeli |
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chiarodiluna
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