Il principe ranocchio
C’era una volta
un principe ranocchio che viveva in uno stagno.
Era tanto carino,portava la corona in capo e ranocchi e rane
lo riverivano con amore.
Il ranocchio viveva in un castello dentro le acque
.
Quando usciva dalla sua casa si faceva dondolare da una
ninfea.
Gli altri ranocchi gli procuravano il cibo,
e lui soddisfatto apparentemente di quel modo di vivere
ringraziava con un sorriso.
Si crogiolava al sole, sopra una grande foglia che lo
cullava.
La mattina usciva dal profondo dello stagno
quando il sole era già alto.
Si lavava ben bene, si metteva una cravattina
verde
lucidava la corona che portava in testa
ed usciva dal suo castello con una sigaretta in
bocca.
Guardava ammirato ciò che lo circondava, tutto gli sembrava
bello,
il suo mondo cominciava e finiva lì.
Qualche rana gli portava su un vassoio la
colazione,
e gli sussurrava frasi gentili, amorose.
Un giorno una libellula, si trovò a volare da quelle
parti,
un forte vento l’aveva trasportata fin lì, in
quell’oasi
che sapeva di pace.
Si era poggiata anche lei sopra una ninfea, era stanca,
non riusciva a prendere il volo, così si
addormentò.
Al suo risveglio , vicino a lei
c’era il ranocchio,
che con aria di rimprovero le chiedeva cosa facesse
.
La libellula gli raccontò della tempesta di
vento,
aveva perduto l’orientamento ed era arrivata fin
lì,
forse per caso o forse perché il vento aveva avuto pietà di
lei.
Chiese scusa al ranocchio per essersi poggiata sulla sua foglia
ed incominciò a scuotere le ali per prendere il
volo.
Ma ahimè! Un’ala non si muoveva a dovere,
la libellula sentiva dolore ad ogni movimento.
Le si era spezzata quell’ala trasparente, così
bella.
Cosa fare allora? Era disperata come avrebbe potuto
lasciare lo stagno?
Lei era abituata a volare adesso si vedeva
costretta all'immobilità.
Il principe ranocchio le stava accanto, ascoltava i suoi
lamenti,
si toglieva la corona e si passava la zampina sulla testa,
poi se la
rimetteva per non far dimenticare a nessuno che era
lui
il capo dello stagno.
La libellula cercava di farsi sentire dalle sue compagne,
ma i suoi richiami erano deboli,
e le compagne indaffarate a volare non si accorsero che lei
non era più con loro
.
Le lacrime cominciarono a cadere nello stagno,
che si
ingrossava sempre più.
Allora il principe le disse di restare con lui,
le promise serenità , amore e piccoli vermetti per
nutrirsi.
Il sole le avrebbe rimarginato l’ala ,
poteva ricominciare a volare con ali luccicanti di sole e di
acqua.
Così si fermò nel regno del principe ranocchio.
La sua vita era fatta di riposo e amore,
non riusciva ancora a volare e quindi anche per il
cibo
dipendeva dal ranocchio.
Un giorno il principe le disse che era tempo che lei scendesse
in
fondo allo stagno nel suo castello.
La libellula nel frattempo si era affezionata
al ranocchio
e benché gli avesse spiegato che il fondo dello stagno non era
il
suo elemento lo accontento'.
Il principe fu felice, fece lucidare da cima a fondo la sua
dimora,
fece cogliere tanti anemoni
così avrebbero potuto bere
nel loro calice
e sulle foglie venivano adagiati i cibi.
Il letto nuziale era un’amaca intrecciata con fili
d’erba,
così la libellula entrò a far parte della vita del
principe.
Ma ben presto si accorse che non solo non poteva
volare
ma nemmeno respirare perché l’acqua non
era il suo elemento di vita
.
I ranocchi e le rane presto cominciarono a vederla
come un'intrusa
“ straniera” fra di loro che lavoravano,
mentre lei anche se si prodigava in mille cose
veniva vista come amante del dolce far niente.
Un giorno la libellula uscì dal castello, non respirava
più,
fuori rane e ranocchi la guardavano con aria di superiorità,
lei aveva volato felice tempo prima ,aveva visto paesi e città,
si era posata sulle guglie dei campanili ed ammirato le
bellezze
che la circondavano.
Fece finta di non capire e non sentire il gracchiare delle
rane,
poi con grande fierezza, allargando le ali
dolenti
gridò loro che era fiera di essere
una bella libellula.
Il principe l’abbracciò
sentendo il suo corpo
scosso
dai singhiozzi.
Lui insieme a lei aveva capito il valore della
vita,
dell’amore aveva trovato la gioia di vivere.
La libellula apparentemente si rincuorò
con quel caldo abbraccio,
ma la
ferita che stava nel suo cuore infertole dalle
rane
le faceva male.
Il principe , leggendo nel cuore dell’amata si accorse
che non
era felice, cosi’ cominciò
a rimproverarla in un “ delirio” inconsueto.La
libellula
che lo amava tanto lo
ascoltava in silenzio esterrefatta, e poiché lui era sempre il
suo
grande amore , e non vedeva
il modo
come allontanarsi e volare in alto, scese in
fondo
allo stagno per non riemergere.
Da quel giorno il principe ranocchio cominciò a piangere
e si ritrovò solo e
“ vecchietto” . Ma la libellula sentiva
il suo pianto disperato
e dentro il suo cuore soffriva.
Così decise di riemergere dallo stagno si posò sopra la
corona
del ranocchio e non lo lascio' mai piu'
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chiarodiluna
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